La velocità di input e output: un'analisi lucida
Per prima cosa esaminiamo la questione da un punto di vista puramente quantitativo:
Input: la dettatura è notevolmente più rapida della scrittura (circa 120-150 parole al minuto contro 50-60).
Output: la lettura è molto più veloce ed efficace dell'ascolto (240-280 parole al minuto contro 150-180). La lettura su un'interfaccia grafica, dove le informazioni sono strutturate gerarchicamente, aumenta ulteriormente la velocità, perché l'occhio individua rapidamente gli elementi di interesse.
Questi dati potrebbero suggerire un futuro in cui chiediamo vocalmente e riceviamo una risposta visiva. Ma l'interazione uomo-macchina è molto più di una semplice questione di velocità.
Quando l'interfaccia "tradizionale" vince
L'interazione basata sulla voce e sulla delega totale all'AI funziona perfettamente per catene molto brevi o per compiti altamente automatizzabili:
"Avvia un lavaggio misto, 40 gradi con extra risciacquo."
"Prenotami un hotel a Roma per due persone il prossimo weekend."
In questi casi, l'utente sa esattamente cosa vuole, il suo intento è chiaro e il processo può essere delegato completamente all'AI.
Ma cosa succede quando l'intento non è così definito? Molto spesso, un utente chiarisce a sé stesso un'esigenza solo dopo aver visto i risultati parziali di una richiesta precedente. In questi casi, un'interfaccia grafica diventa insostituibile.
Vediamo perché:
Scoperta: un'azione precedente può generare opzioni che non conoscevi a priori. L'interfaccia grafica ti guida nella scoperta e nella scelta, permettendoti di esplorare e affinare la tua richiesta.
Efficienza per compiti complessi: per alcune attività, come scorrere velocemente una lista di opzioni visive, il "cursore" o il dito su uno schermo restano insuperabili. Un videogiocatore che cambia la skin di un personaggio cliccando tre bottoni che conosce a memoria non avrà mai la stessa efficacia se dovesse usare la voce.
In questi contesti, l'interazione visiva e tattile è più rapida ed efficiente, perché non si tratta solo di dichiarare un intento, ma di vederlo, percepirlo e modificarlo in tempo reale.
Il futuro non è un'eliminazione, ma una convivenza
Il futuro dell'interazione, almeno secondo noi, non vedrà la morte del mouse e della tastiera, ma una lunga fase in cui le varie modalità di interazione coesisteranno, ognuna usata nel contesto in cui è più efficace. Moriranno le interazioni inutilmente complicate e noiose, mentre resisteranno potentemente quelle che hanno una ragione d'essere.
Takeaway principali
Non è solo questione di velocità: la voce è veloce per l'input, ma la lettura su un'interfaccia grafica è più efficace per l'output, specialmente quando le informazioni sono complesse.
Le interfacce grafiche non sono obsolete: per la scoperta di opzioni, per l'esplorazione e per la gestione di processi complessi, il "cursore" e il "clic" restano strumenti insostituibili.
Il contesto è tutto: l'AI e l'interazione vocale sono perfette per compiti semplici e automatizzabili. Per le attività più complesse, l'interfaccia utente visiva e tattile continuerà a essere la soluzione migliore.
Non farti ingannare dalle mode: non tutte le aziende hanno bisogno di un'interfaccia alla ChatGpt. Un software gestionale per la produzione di bulloni ha bisogno di efficienza, non di "magia". La soluzione giusta è quella che funziona meglio per gli utenti, non quella che è più "alla moda".
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