Vibe Coding: cos’è e come funziona

Cos’è il Vibe Coding

Non è una metodologia, ma più uno stato emotivo, un'atmosfera, una vibrazione, come suggerisce il suo nome. Il termine Vibe Coding è stato coniato da un personaggio di spicco nel mondo dell'AI a dimostrazione che non si tratta di una sciocchezza da ignorare. Ma di cosa si tratta esattamente?
Meme di un cane con scritta: Vibe coding

Ti senti un dinosauro ogni volta che navighi su X e senti parlare di concetti che non capisci? Non preoccuparti, ti spieghiamo il concetto più cool del momento: il Vibe Coding. Non è una metodologia, ma più uno stato emotivo, un’atmosfera, una vibrazione, come suggerisce il suo nome.

Il termine è stato coniato da un personaggio di spicco nel mondo dell’Intelligenza Artificiale (membro del founding team di OpenAI ed ex Director of AI di Tesla), a riprova che non si tratta di una sciocchezza da ignorare. Ma di cosa si tratta esattamente?

Sviluppare senza scrivere una riga di codice

In poche parole, il Vibe Coding è un approccio allo sviluppo in cui non si scrive codice. Si dialoga con uno strumento di AI (come ChatGPT o GitHub Copilot) per delegare completamente il lavoro. Si detta, si chiede, si accetta tutto ciò che l’AI propone.

Il processo è questo:

  1. Dettatura: comunichi con l’AI a voce o tramite input testuale.

  2. Generazione: l’AI genera il codice.

  3. Debug “a sensazione”: se qualcosa non funziona, copi e incolli l’errore finché in qualche modo si risolve. Non c’è una comprensione profonda del problema, ma una risoluzione che segue le “vibes”.

Il progetto cresce così, senza che tu lo capisca davvero, perché in questo processo si perde completamente il contatto con la logica e l’architettura.

I vantaggi del Vibe Coding (e quando usarlo)

Nonostante possa sembrare un approccio poco professionale, il Vibe Coding non è del tutto inutile. I suoi risultati possono essere sorprendenti, soprattutto per:

  • Prototipi veloci: è perfetto per progettini “usa e getta”, script per automatizzare compiti semplici o esperimenti del fine settimana.

  • Esplorazione e creatività: è un modo divertente per testare un’idea senza l’impegno di uno sviluppo formale. Ti permette di “fare cose e provare cose” senza la necessità di conoscenze tecniche approfondite.

Il Vibe Coding funziona finché l’obiettivo è un output rapido e non richiede manutenibilità. D’altronde, è molto più divertente quando non devi fare Vibe Debug.

I limiti di un approccio “a sensazione”

Il Vibe Coding, come suggerisce il nome stesso, non è un approccio basato sulla razionalità. Ha dei limiti evidenti, soprattutto per progetti complessi, che richiedono:

  • Manutenibilità: un codice scritto in questo modo, senza un’architettura logica e una comprensione profonda, è un incubo da mantenere e modificare.

  • Scalabilità: il progetto non sarà in grado di gestire un aumento di utenti o funzionalità.

  • Comprensione profonda: si perde la comprensione del “perché” dietro il codice, rendendo impossibile qualsiasi evoluzione futura.

Abbracciare le “vibes” va bene, ma nel mondo professionale, dove si costruiscono prodotti solidi, è necessario tornare alla concretezza. Il Vibe Coding non è una metodologia, ma uno strumento. Usalo per prototipare velocemente, non per costruire il prodotto della tua vita.

Takeaway principali

  • Cos’è: il Vibe Coding è un approccio in cui l’AI genera il codice, permettendoti di sviluppare senza scrivere una riga.

  • Perché usarlo: è ideale per progetti veloci, prototipi e per sperimentare idee senza un impegno eccessivo.

  • I limiti: non è adatto per progetti complessi o che richiedono manutenzione a lungo termine. Il debug è un incubo.

  • Uno strumento, non un ruolo: non pensare che il Vibe Coding sia una professione, ma consideralo uno strumento in più a tua disposizione.

Guarda questo video su:

Tommaso Salvetti

Co-Founder | Ad @ BitBoss