Intervista a Daniele Cavallero | BitBoss

Daniele Cavallero - CIO di Centri Dentistici Primo

L'attore più importante in un progetto di sviluppo software è colui che da il via all'intero processo. Ci racconta la sua storia Daniele Cavallero, Chief Innovation Officer di Primo.
Intervista Daniele Cavallero sfondo rosso Primo

Daniele Cavallero è Chief Innovation Officer e socio di Primo, la catena di centri dentistici presente in tutta Italia, ma è anche un esperto di innovazione aziendale, di analisi dei dati e di business intelligence. Lui si può definire l'ideatore di PrimoUp, il software che gestisce tutti i flussi aziendali del gruppo dalle singole cliniche all’headquarter dell’azienda.

Qual è il percorso che ti ha portato a diventare CIO di Primo?

Mi sono laureato in ingegneria informatica e ho lavorato per diversi anni come data analyst in una società che aveva grossi clienti tra Genova, Torino e Milano. In pratica passavo le mie giornate a lavorare come consulente esterno per grandi realtà e questo mi ha sicuramente permesso di sviluppare una forma mentis orientata sull'importanza dei dati e dell'analisi delle informazioni.

Il lavoro da dipendente e il fatto di dovermi occupare di aziende per le quali non provavo un reale coinvolgimento non erano stimolanti per me e decisi quindi di cambiare lavoro. Volevo trovare un’azienda che mi permettesse di dedicarmi ad un progetto in cui credessi veramente e che potessi sentire mio.

Sono entrato in Primo nel 2016 e all’inizio ho continuato ad occuparmi di analisi dei dati. Lo scenario però era cambiato perché Primo era una società in forte crescita e per la quale sentivo di poter dare un vero contributo. In pochi anni sono diventato Responsabile dell'Innovazione e ho iniziato a lavorare a stretto contatto con i vertici dell'azienda.

Com è stato entrare in un’azienda giovane, ma in così rapida espansione?

Al mio arrivo Primo era in piena fase di sviluppo e la difficoltà è stata quella di riuscire a saltare su un treno in corsa. Integrarsi in un gruppo di lavoro molto coeso, dialogare e interfacciarsi direttamente con l'AD ti costringe ad alzare gli standard e il ritmo di lavoro. È stata un’esperienza completamente nuova per me, ma ho subito percepito un ambiente molto più sereno e stimolante rispetto a quello che si trova all’interno di una multinazionale.

Cosa ti ha spinto a proporre l’adozione di un software come PrimoUp?

Quando sono entrato in primo utilizzavamo un software leader di mercato nel settore odontoiatrico e abbiamo provato a lavorare con loro per migliorarlo e adattarlo alle nostre esigenze. Era molto dispendioso e le modifiche realizzate non rendevano il software veramente innovativo. Abbiamo svecchiato il software di qualche anno ma comunque non riusciva ad avvicinarsi agli standard che cercavamo.

Io mi ero posto come obiettivo quello di rivoluzionare le cliniche Primo: zero carta, lavoro veloce e dinamico su tablet e un software innovativo e intuitivo per tutti. Un obiettivo del genere era raggiungibile solo con una soluzione personalizzata.

È stato difficile all'inizio convincere l'AD a realizzare di un software personalizzato con l’aiuto di una software house. Gli ho promesso che sarebbe stato sviluppato un progetto fatto su misura che ci avrebbe dato un vantaggio competitivo e alla fine siamo riusciti in pochi anni a rivoluzionare l'intero processo di gestione interna e di controllo del flusso di informazioni che passa dalle singole cliniche odontoiatriche alla sede centrale della società.

Come ti sei trovato con il metodo di lavoro di BitBoss?

Non conoscevo questo modo di lavorare, ma mi è piaciuta molto perché ad ogni incontro avevamo subito qualcosa di concreto. Affrontavamo tutto in macro argomenti che venivano sviluppati e creati tra uno sprint e l'altro insieme a BitBoss.

Una difficoltà che ho trovato all’inizio è stata quella di non avere una lista di attività definite a priori e realizzabili in una data ben precisa, ma tutto era in divenire, pur seguendo una strada definita sugli obiettivi. Una volta rodato il metodo però, ne abbiamo tutti compreso l'efficacia e il mio obiettivo è ora è quello di estendere questa metodologia agli altri reparti aziendali.

Io penso che la realizzazione di PrimoUp non abbia introdotto all'interno di Primo solamente un software, ma un nuovo metodo di lavoro e un nuovo modo di concepire i progetti aziendali.

Ora all'interno del mio team lavoriamo con la metodologia Agile e stiamo facendo formazione su questo argomento. Voglio portare la metodologia Agile anche negli altri reparti. Negli uffici di Primo non ci sono pareti, ma solo vetrate sulla quale solitamente scriviamo e utilizziamo per il brainstorming. Ogni Sprint meeting con Bitboss era una bellissima vetrata piena di schemi e bullet point, il problema era portare tutto quel lavoro a casa, così trovavamo gli stratagemmi più improbabili per fotografare le vetrate, messi in difficoltà dalle luci che riflettevano sopra il nostro lavoro.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi per Primo?

Sicuramente continuare a portare innovazione in azienda. Ho creato una squadra di ricerca e sviluppo per una raccolta ancora più efficace dei dati di ogni singola clinica. L'obiettivo è fare in modo che ognuna delle strutture possa garantire al paziente lo stesso identico trattamento e lo stesso standard di qualità in ogni regione d'Italia a prescindere da dove si trovi.

Diciamo che PrimoUp non ci ha portato solamente un asset in azienda, ma ha introdotto una mentalità aperta all’innovazione ad ogni livello. Anche il modo di lavorare è cambiato, dopo aver introdotto la metodologia Agile in ambito sviluppo, questo modo di lavorare è diventato una sorta di standard e il mio obiettivo è quello di portarlo anche all’interno degli altri reparti, anche attraverso l’organizzazione di workshop e seminari interni a Primo.

Davide Leoncino

Co-founder di BitBoss | Head of Marketing